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Repubblica semipresidenziale 

La repubblica semipresidenziale o semipresidenzialismo o "a tendenza presidenziale" è una forma di governo, appartenente alle forme di democrazia rappresentativa. 

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La repubblica semipresidenziale o semipresidenzialismo o "a tendenza presidenziale" è una forma di governo, appartenente alle forme di democrazia rappresentativa. In tale contesto il governo si trova a dipendere dalla fiducia di due organi designati da due differenti consultazioni elettorali, il Presidente della Repubblica e il Parlamento. Il Primo Ministro viene perciò nominato dal Presidente, ma necessita, insieme al resto del suo esecutivo, della fiducia parlamentare.

Questa forma di governo è caratterizzata dai seguenti punti:

  • l'elezione del Presidente della Repubblica avviene con voto popolare distinto ed autonomo rispetto a quello del parlamento;

  • il potere esecutivo è condiviso con il Primo Ministro che però può essere scelto e revocato dal capo di Stato;

  • Il primo ministro ed il governo possono essere sfiduciati dal parlamento e revocati dal presidente; quest'ultimo non è ovviamente sfiduciabile

  • lo scioglimento del parlamento da parte del Presidente della Repubblica avviene nei limiti costituzionali.

Il termine semipresidenzialismo, coniato nel 1978 dal politologo Maurice Duverger[1], può trarre in inganno, in quanto tale forma di governo non è semplicemente da intendersi come un presidenzialismo attenuato: mettendo da parte i periodi di coabitazione, in questo sistema il Capo dello Stato gode di alcuni poteri che non vengono invece accordati nel modello americano, come il diritto di consultazione popolare referendaria o l'iniziativa legislativa o lo scioglimento delle Camere. Gli obiettivi di questa forma di governo sono la diminuzione della rigidità del sistema presidenziale, senza i problemi legati alla partitocrazia che sovente sorgono quando non si raggiunge una maggioranza forte in un sistema parlamentarista. Questo sistema fa sì che il presidente abbia la possibilità di indirizzare politicamente il governo e di non essere solo un garante al di sopra delle parti.


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Un esempio di Repubblica semipresidenziale è la Francia.

In questo paese, il modello semipresidenziale fu introdotto dal generale Charles De Gaulle nel 1958, in concomitanza con la crisi della Quarta Repubblica Francese e della guerra in Algeria; con tale riforma, ha inizio infatti la cosiddetta Quinta Repubblica Francese. Il sistema, che all'epoca prevedeva l'elezione del capo di Stato da parte di un organo appositamente costituito, nacque come una forte razionalizzazione della costituzione della Quarta Repubblica, con cui si tendeva porre termine all'instabilità della forma di governo parlamentare che fino ad allora era vigente. Il sistema fu perfezionato nel 1962 con una successiva modifica costituzionale che introduceva l'elezione a suffragio universale del Presidente.

Il Presidente Ã¨ eletto direttamente dai cittadini e non sfiduciabile; egli è titolare del potere esecutivo, che esercita nominando il Primo ministro. Il Premier deve avere per il suo governo la fiducia, o almeno il tacito assenso, da parte del parlamento. Il presidente può sciogliere l'Assemblea Nazionale, mentre il parlamento non può sostituire il presidente anche se può metterlo in stato d'accusa per motivi giudiziari.

Qualora il parlamento presenti una maggioranza parlamentare di colore politico diverso da quello del presidente, evento verificatosi nel 1986 e 1993 sotto la presidenza Mitterrand, e nel 1997 con Chirac, si instaura una forzata coabitazione tra presidente e un premier a lui ostile. In caso di coabitazione prevale la linea di legittimazione parlamentare.

Il semi-presidenzialismo francese può quindi essere definito "ad assetto variabile" alla luce del differente margine d'azione di cui dispone il Presidente, a seconda dell'appartenenza politica del Primo Ministro. È infatti evidente che se da un lato il medesimo colore politico consente al Presidente l'esercizio di ampi poteri decisionali e relega il Primo Ministro ad un ruolo secondario, dall'altro, in caso di coabitazione di maggioranze differenti (espresse in sede elettorale presidenziale e rispettivamente parlamentare, non coincidenti), Primo Ministro e Presidente si "bilanciano" vicendevolmente.

 

Semipresidenzialismo e partitocrazia

Se l'attuale modello di governo semipresidenziale è quello francese, i primi casi storici di tale ordinamento possono essere considerati le Costituzioni della Repubblica di Weimar in Germania e della neo-indipendente Finlandia, fra loro coeve. A queste può aggiungersi la Costituzione dell'Irlanda. In tal senso era congegnata anche la Costituzione della Repubblica d'Austria. Sull'esempio francese poi, nella seconda metà e nella fine del Novecento, fu adottato in Portogallo e in numerose repubbliche ex-sovietiche.

Tuttavia, col passare degli anni, la pressione dei partiti politici presenti in Parlamento, unita alla debolezza di taluni presidenti e ad una concezione imperante che vedeva in forti poteri presidenziali una minaccia alla democrazia, portò ad un indebolimento de facto delle possibilità d'intervento e dei poteri esercitabili dal Presidente in molti paesi. Se a presidenti eletti con la forza del mandato popolare viene comunque garantita voce in capitolo in politica estera, oggigiorno molti sistemi semipresidenziali vedono la privazione del Presidente di ogni potere in politica interna, tanto che numerosi autori tendono a declassare diversi Stati, quali ad esempio la Finlandia e il Portogallo, e a unanime consenso l'Austria, a repubbliche parlamentari, nonostante la loro diversa origine storica.

Se in una prospettiva storica, dunque, la linea di demarcazione fra i sistemi semipresidenziali e quelli parlamentari era giuridicamente individuabile nell'elezione diretta o parlamentare del presidente, al giorno d'oggi appare più opportuno adottare un criterio politico, analizzando a quale dei due organi, il presidente o il Premier, venga affidato il compito di rappresentanza dello Stato nei massimi consessi politici internazionali.Nell'ambito dell'Unione Europea, ad esempio, nonostante numerosi paesi prevedano l'elezione popolare del proprio Capo dello Stato, solo la Francia - oltre al caso puramente presidenzialista di Cipro - viene rappresentata dal proprio presidente nel Consiglio Europeo, ed quindi da considerarsi l'unico l'esempio di repubblica semipresidenziale nell'Unione Europea.

 

Falsi semipresidenzialismi

Formalmente, il sistema semipresidenziale fu adottato anche in numerosi Stati del Terzo Mondo. Tuttavia la stragrande maggioranza di questi stati è totalmente o in gran parte priva di ogni crisma di democraticità, essendo assenti elezioni multipartitiche o svolgendosi consultazioni popolari assolutamente non libere, con minacce ed incarcerazioni di esponenti dell'opposizione e monopolio dell'informazione da parte del Governo. In tali casi il partito del Presidente è o unico o schiacciantemente maggioritario, e dunque ogni controllo parlamentare sull'operato del Capo dello Statoè puramente formale. Il Presidente, che di norma tende a mantenere la carica a vita, non è nient'altro che un dittatore più discreto, attuando quella che in spagnolo viene chiamata una dictablanda. Tali sistemi, estranei alle forme di Stato democratiche, sono dunque da considerarsi vere e proprie dittature.

 





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