REPUBBLICA ITALIANA
dal Risorgimento ai twitt, dalle biografie dei politici di oggi alla Costituzione.
Alla scoperta della Repubblica Italiana e delle sue Istituzioni. In una chiave molto moderna.
Luciano Violante
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BlogSicilia intervista Luciano Violante
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Luciano Violante (Dire Daua, 25 settembre 1941) è un docente e politico italiano. È stato presidente della Commissione parlamentare antimafia (1992-1994) e della Camera dei deputati (1996-2001).
Biografia
Luciano Violante nasce in Etiopia, in un campo di concentramento dove la famiglia era stata internata per volontà degli inglesi in quanto il padre, giornalista comunista, era stato costretto dal regime fascista a emigrare in Etiopia. I componenti della famiglia vengono liberati alla fine del 1943 ed al termine della seconda guerra mondiale si trasferiscono a Rutigliano, in provincia di Bari.
Conseguita la maturità classica al liceo "Domenico Morea" di Conversano, Luciano intraprende gli studi giuridici laureandosi in giurisprudenza nel 1963 presso l'Università degli Studi di Bari. Nel 1966 supera il concorso in magistratura e nel 1970 diventa libero docente di diritto penale all'Università degli Studi di Torino.
Giudice istruttore a Torino fino al 1977. Dal 1977 al 1979 lavora, su segnalazione del ministro democristiano Francesco Paolo Bonifacio, presso l'ufficio legislativo del Ministero della Giustizia, occupandosi prevalentemente di terrorismo. Istruisce il processo che porta all'arresto di Edgardo Sogno e Luigi Cavallo, imputati di tentativo di colpo di Stato con Randolfo Pacciardi che, tuttavia, vennero assolti da ogni accusa. Dal 1974 al 1981 svolge l'attività di professore incaricato di istituzioni di diritto pubblico presso la stessa università e nel 1983 vince la cattedra di istituzioni di diritto e procedura penale e si dimette da magistrato. Diventa poi professore ordinario di Istituzioni di diritto e procedura penale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Camerino.
Il 30 marzo 2013, su invito del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, accetta di far parte del gruppo di lavoro finalizzato alla presentazione di proposte programmatiche in materia istituzionale, economico-sociale ed europea.
Carriera politica
Nel 1979 si iscrive al Partito Comunista Italiano e viene subito eletto deputato.
Con la svolta del 1991 entra nel Partito Democratico della Sinistra.
Al vertice dell'Antimafia
In Parlamento ha fatto parte della commissione d'inchiesta sul caso Moro e, in seguito, è stato presidente della Commissione parlamentare Antimafia dal 1992 al 1994. Fu lui a raccogliere le deposizioni choc di Tommaso Buscetta che rivelò l'esistenza del terzo livello della mafia, cioè il legame con il mondo politico; la sua gestione della presidenza della Commissione fu poi criticata da Giulio Andreotti, all'indomani dalla sentenza di Palermo che l'assolse dall'addebito di associazione a delinquere di stampo mafioso per i fatti accaduti dal 1980 in poi (mentre confermò la colpevolezza per i fatti antecedenti, per i quali era però subentrata la prescrizione), come improntata a parzialità di tipo politico.
Alla Presidenza della Camera
Il 10 maggio 1996 è stato eletto presidente della Camera. Il suo discorso di insediamento fu uno storico appello alla riconciliazione tra le forze che si richiamano alla Resistenza e la destra post-fascista.
Sotto la sua Presidenza è stata introdotta una delle più importanti revisioni del Regolamento della Camera degli ultimi decenni, quella approvata dall'Assemblea nel 1998. Il commento della "novella" regolamentare da parte della dottrina giuridica è stato sostanzialmente assai favorevole sebbene l'estromissione della magistratura dal giudizio sul contenzioso tra la Camera ed i terzi è stata giudicata un'indebita estensione dell'autodichia.
Più travagliato il suo rapporto con la struttura amministrativa della Camera dei deputati. Il 14 ottobre 1999, a seguito di un Ufficio di Presidenza in cui confermò[1] la rottura del rapporto di fiducia con il massimo funzionario dell'amministrazione, il segretario generale Mauro Zampini[2], il 18 ottobre 1999 il Consiglio dei ministri affidò al dottor Zampini l'incarico di presiedere il comitato istituito presso la Presidenza del Consiglio per la valutazione ed il controllo dei risultati dell'attività della pubblica amministrazione. Di conseguenza l'Ufficio di Presidenza della Camera designò a sostituirlo come segretario generale, il 10 novembre 1999, il dottor Ugo Zampetti, su proposta di Violante.
Già ad inizio d'anno vi era stato un altro segnale, in controtendenza rispetto all'antica disponibilità delle Camere a favorire la circolazione dei loro migliori funzionari tra le Amministrazioni costituzionali[3]. All'annuncio della chiamata al Quirinale, come consigliere economico del neopresidente Ciampi, della professoressa Carmela Decaro (vice segretario generale della Camera, in carriera direttiva dal 1979, responsabile dei Rapporti comunitari ed internazionali), emerse il moderato disappunto della Presidenza della Camera per non essere stata previamente consultata[4].
L'anno prima, poi, su richiesta delle opposizioni aveva disposto un'inchiesta amministrativa sulla fattura dei quiz del concorso a consigliere parlamentare, giudicati da più parti capziosi o di parte[5].
Nel Partito
Rieletto deputato alle elezioni del 13 maggio 2001, è nominato presidente del gruppo Democratici di sinistra - L'Ulivo.
Ancora eletto alla Camera dei deputati nel 2006, è stato nominato presidente della Prima Commissione Permanente, Affari Costituzionali.
Dopo la caduta del governo Prodi II, in vista delle elezioni politiche del 13 e 14 aprile 2008, ha dichiarato di non volersi più ricandidare a parlamentare per rispettare il ricambio generazionale perseguito dal segretario del Partito Democratico Walter Veltroni.
Dal 2008 è stato editorialista del quotidiano Il Riformista.
Sempre nel 2008 si era parlato di Violante come possibile nuovo giudice della Corte Costituzionale[6].
Il 23 luglio 2009, sentito dai magistrati di Palermo, ha confermato le dichiarazioni di Massimo Ciancimino circa la proposta di incontrare "in modo riservato, a quattr'occhi" Vito Ciancimino, avanzata da Mario Mori nel settembre del 1992 quando Violante era ancora Presidente della Commissione parlamentare Antimafia. L'incontro avrebbe dovuto inserirsi nell'ambito della "garanzie politiche" richieste da Ciancimino per portare avanti la trattativa fra Cosa Nostra e pezzi delle istituzioni durante la stagione delle stragi del 1992. In passato Violante non aveva mai fatto cenno a tale richiesta[7][8].
Ha sostenuto la candidatura di Pier Luigi Bersani in occasione delle elezioni primarie del Partito Democratico del 2009.
Ha recentemente ricevuto minacce di morte dalle Brigate Rosse insieme alla moglie in quanto "servi dello Stato al servizio della destra"
Altro
Sempre molto pacato nei toni viene, da molti, considerato il ponte di collegamento per le questioni sulla giustizia tra il Pd e il Pdl, tanto da essere l'unico esponente del centro-sinistra a essere stato invitato alla Festa delle Libertà di Milano nel 2008[10]. Ha suscitato scalpore sul web un suo discorso alla Camera dei Deputati risalente al 28 febbraio 2002 in cui critica l'avvilimento del parlamento dovuto all'assenza di discontinuità tra governo e gruppi parlamentari. In tale discorso Violante difende il suo partito dall'accusa di totalitarismo ricordando che i Democratici di Sinistra non impedirono l'eleggibilità di Silvio Berlusconi (nonostante il conflitto d'interesse) né attuarono leggi contro Mediaset
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