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Il Blog di UlisseNano

Benvenuti a casa di UlisseNano. Sono un blogger non legato a nessuna area o bandiera. Sono indipendente nel pensiero e nelle azioni. Ho la fastidiosa abitudine di cogliere il meglio a prescindere della provenienza ma critico senza paura di essere criticato.  Scrivo di politica, ed economia anche se spesso mi diletto con altri temi. Mi diverto a twittare durante i programmi della sera.

Questo è un luogo dove ognuno può condividere e commentare le miei riflessioni. Grazie a tutti.

Keyword

Blog UlisseNano, anonimato Twitter, nickname twitter, nickname e anonimato

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E' la storia che lo insegna: ogni innovazione che è andata a toccare le abitudini delle masse è sempre stata osteggiata.  Maggiore è la portata dell'innovazione, maggiore è la tensione che causa. L'innovazione porta cambiamento e il cambiamento è destinato a toccare gli interessi esistenti. Quindi, il risultato è la resistenza. 



E' una legge antica. Già nel 1500 Nicolò Macchiavelli scriveva:


“Per colui che lo propone, ciò produce l’inimicizia di coloro i quali hanno profitto a preservare l’antico e soltanto tiepidi sostenitori in coloro che sarebbero avvantaggiati dal nuovo”


L'innovazione è sempre stata di processo e di prodotto. Ogni volta si è ripetuto lo stesso copione: chi non aveva interessi personali da mettere in discussione accedeva al cambiamento in maniera entusiasta, al contrario, chi perdeva qualcosa, uno status, del denaro, una prospettiva, ovviamente lo ha sempre osteggiato.



Anche perché l'innovazione non è una miglioria, ma un cambio radicale dello status quo. Questo implica che per alcuni è difficile accedere ad una svolta così repentina. Magari per cultura, capacità personali o disponibilità economica.

L'Italia, nazione di eccezioni e particolarismi, di interessi specifici, lobby e discriminazioni ha sempre vissuto grande difficoltà i cambiamenti. Non a caso questo è il Paese del Gattopardo.



Oggi, la nuova frontiera dell'innovazione non è ne tecnologica e nemmeno di processo. E' una prospettiva inaspettata della rete: l'utilizzo dei social-networks nella politica.



Questo stesso blog non poteva esistere alcuni anni fa. Così altri mille, diecimila, centomila blog. Stesso discorso per Facebook e le pagine politiche. Poi ci sono altre migliaia di pagine web su siti di proprietà o di appoggio.

Ancor di più e diverso Twitter. Quest'ultimo è politicamente micidiale. In pochi secondi è capace di generare sciami di messaggi dove chiunque può dire quello che pensa. Nel bene e nel male. Muove, sposta, fa opinione. Colpisce allo stomaco. Sempre e dovunque. 140 caratteri per esprimere un giudizio senza lo spazio per la diplomazia. In tram con lo smathphone o a casa con un pc.



E' tutto nuovo, diverso. C'è una parola libera. C'è la voce di tutti. Difficile da controllare, da seguire e anche da perseguire. Attenzione, le leggi per controllare il web ci sono ma questa innovazione è sovrastante e le resistenze al cambiamento fanno confusione. I blu si mischiano ai rossi. Tutto è veloce e chiaro, e allo stesso tempo non lo è.



Ma come tutti i cambiamenti da fastidio. Tocca interessi. Gli interessi della parola e dell'opinione. Nel paese in cui si possono fare cose indicibili, a patto di essere un "potente", questa zanzara è fastidiosa. Insopportabile. Fuori dalle regole.


E così, anche chi ritiene di essere pronto a giocare la nuova partita, spesso si accorge che così preparato non è. Capita ad Enrico Mentana che prima ha provato a giocare con il nuovo giocattolo e poi sale sulla cattedra moralista di chi invoca l'abolizione dell'anonimato in nome di web educato. Sentenzia su twitter e decide di abbandonarlo. Spiega che la motivazione sono gli insulti. Troppe offese da gente che usa un nickname per nascondersi.



I più maliziosi pensano che il Chicco nazionale stia abbandonando perchè sono le vicende private a diventare troppo velocemente pubbliche, ma lui dichiara che il problema è l'offesa. La violenza verbale. Anzi, è l'esistenza dell'anonimato che favorisce l'insulto gratuito e chi sostiene il contrario è perchè ha un comportamento "massonico".



Al contrario di Mentana, il sottoscritto, ritiene che l'anonimato di Twitter e del web sia una nuova modalità per esprimere forza della democrazia.
Intendiamoci, un anonimato formale ma non sostanziale: i provider, le forze dell'ordine devo avere sempre la possibilità di intercettare e bloccare chi commette un reato. Chi minaccia, offende, perserguita deve essere fermato. Con i mezzi classici della giustizia o con i mezzi informatici che la tecnologia ci mette a disposizione. Quindi, il fatto che io nella comunità web sia UlisseNano non mi deve consentire di ledere la dignità di qualcun altro.


Esaurita la parte dedicata all'ovvio non praticato, è opportuno spiegare perchè l'anonimato formale è una forza della democrazia.


Per la prima volta le persone si possono esprimere liberamente, senza nulla temere. E' possibile digitare un "@" e scrivere a chiunque voglia leggermi. Per l'uomo comune, addestrato alle attività passive dell'ascolto e della lettura, divenire la parte attiva della discusione è una rivoluzione copernicana.
L'acceleratore di questo nuovo essere nella società è per molti l'anonimato. Non tutti sono politici, giornalisti, o semplicemente dei coraggiosi capaci di mettere la faccia. Per alcuni non ne esistono le condizioni. Magari, all'interno della propria comunità, della propria azienda, a molti capita che una esposizione politica non è ben vista.


Ci sono mille situazioni diverse che, da sempre, limitano la libertà personale di espressione. Viviamo nel paese del "ti denuncio", del "lei non sa chi sono io", nella nazione dei potenti che querelano e fanno sapere che l'hanno fatto per spaventare gli altri.


Caro Mentana, questo paese non garantisce un confronto equilibrato tra il forte e il debole. Qui, la legge non è uguale per tutti. C'è chi scrive le leggi, chi le applica, chi le contesta e chi le subisce.  Molti degli anonimi, dei nick, dei Mario Rossi, sono individui che vivono nell'ultima di queste categorie. Non siamo uno dei leggendari paesi del Nord europa con diritti e garanzie certe.
Ecco perchè l'anonimato è garanzia di democrazia. Almeno in Italia. Come come lo è per il voto. Poi, l'idiota che imbratta la scheda c'è sempre. Perseguiamo l'idiota ma lasciamo liberi gli altri.



Diversamente, sembra che la trasparenza sia la leva su cui agire per bloccare il sistema. Per rifiutare l'innovazione. Per fermi allo status quo.
Sapendo che un onda non si può fermare.

Innovazione, twitter e l'anonimato

I nickname garantiscono libertà di espressione. Come il voto segreto. Inutile strumentalizzare i cretini.

Venerdì 18 Maggio 2013

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