Dalla tragedia di Falcone ad oggi sono passati 20 anni. Sono tanti. Eppure è un arco temporale che non ha chiarito nulla o quasi del rapporto Stato – mafia. In tutto questo tempo sono spariti documenti, carte, agende. Sono stati fatti depistaggi e il vero si è confuso con il falso.



Il problema è che tutto è impolverato. Un matassa complicata, intricata, impossibile da districare. Sono diversi i mafiosi che alla fine hanno parlato e un po' di luce è arrivata, ma sul fronte politico nulla, o quasi, è emerso.



Sono stati spesi fiumi di inchiostro per provare a raccontare questa triste storia. In tanti hanno disegnato scenari e possibili situazioni. Mille casi si sono immaginati. E anche gli stessi racconti, le tante ricostruzioni, si sono arricchite di intrichi ed ipotesi, di burattinai e servizi deviati, ma senza stabilire nessun riferimento verso la realtà dei fatti.



Non è mia intenzione scrivere altro su questi fatti. Non ne ho ne la voglia ne la capacità. Come la maggioranza degli italiani, anch'io sono sicuro che il potere politico è stato coinvolto. Lo sono tutti gli italiani. E' evidente. Quindi non mi addentrerò in questa analisi. Vorrei limitarmi a porre una domanda, semplice, all'apparenza banale, sicuramente importante:



E' possibile che qualche politico, qualche uomo del potere, coinvolto in quegli intrighi, in questa losca storia, ebbene, è possibile che questi uomini siano ancora seduti tra i divani del Palazzo? E' possibile che 20 anni dopo i fatti, le anime nere, possano sorridere impuni al trascorrere del tempo?



Temo di si. E questa è una risposta orribile.